Non c’è dubbio: Marco con la sua opera dà inizio ad un nuovo genere letterario: il “Vangelo”. Sarà successivamente imitato da Matteo e da Luca.
In alcune comunità giudeo-cristiane, al tempo di Marco, esistevano delle raccolte delle parole del Signore, dei suoi interventi, delle sue parabole. Esse amavano vedere Gesù come un Maestro di dottrina. In parte è vero, ma è anche vero che Gesù non è solo un Maestro e il cristianesimo non è solo una dottrina.
Nelle comunità greche dell’Asia Minore si trovavano delle raccolte dei miracoli di Gesù. In quell’ambiente era molto diffusa la devozione agli “dei guaritori”; le comunità cristiane del luogo erano portate a vedere Gesù come il vero operatore di prodigi. Anche questo è vero, ma Gesù non è solo operatore di miracoli.
Nella sua predicazione Paolo insisteva sul centro del mistero di Gesù: la sua morte-risurrezione, il dono dello Spirito, la salvezza come dono gratuito.
Ebbene, Marco percorre un’altra strada: vuole proporre l’intera storia di Gesù: la vita, la predicazione, i miracoli, la passione e la risurrezione. Per lui è importante la storia di Gesù, ed è importante che sia raccontata come una storia nel suo svolgersi e nel suo compiersi.