Nell’Eucaristia celebrata come vittoria del Signore sul male e sulla morte, cresce e si rafforza la speranza di ogni credente. Nel tempo che ci è dato, tempo che corre dal «giorno dopo il sabato» al «giorno senza tramonto», scopriamo la chiamata a costruire il sogno di un mondo rinnovato tenendo i piedi ben piantati nella storia di oggi.
Celebrare Eucaristia è celebrare la grandezza di un gesto d’amore e di dono che Dio Padre ha gradito e che, con la risurrezione, ha proposto come realtà di novità e di salvezza. Da allora noi sappiamo che la possibilità di una novità passa unicamente attraverso logiche di offerta e di servizio, che la parola definitiva sulla storia e sull’uomo non sarà una parola di morte ma di vita, perchè il Cristo risorto vince ogni realtà che sa di male e di morte. Una comunità cristiana che celebra in verità e con forza questo grande mistero è una comunità aperta alla speranza. Sperare è l’atteggiamento tipico di chi ha il coraggio di guardare al domani con occhi nuovi, senza lasciarsi sopraffare dalle realtà di male che, pure, ci sono e sono pesanti. Sperare è conservare, nonostante tutto, la forza di un sogno che non solo riappacifica con il futuro, ma già è in grado di gettare contorni di serenità e di bellezza anche sull’oggi.
Proviamo ad approfondire. Dal «giorno dopo il sabato» al «giorno senza tramonto»
Dal momento in cui il Cristo è risorto vittorioso dal sepolcro sbaragliando i legami della morte e del male, dal momento in cui ogni uomo ha potuto sapere che Dio è forte, da allora è cominciato il compimento di quel sogno e progetto di Dio che è l’umanità nuova, riconciliata e ricomposta nella pace, nella serenità e nell’armonia, senza lacrime nè lutto; quell’umanità dove finalmente tutto sarà giustizia, comunione, aiuto alla vita e al bene; dove divisioni, gelosie, rancori… non avranno più senso nè ragione di esserci; dove uomini e donne, giovani e vecchi, bianchi e neri, poveri e ricchi… saranno il solo e l’unico popolo che vive nell’amore fraterno la certezza dell’Amore di Dio. Sogno? Utopia? Belle parole? Fantasie? No, certezze! Celebrare l’Eucaristia settimana per settimana è ricordare che tutto ciò è certezza, è la verità sull’uomo e sulla storia. Credo che da ogni celebrazione la comunità cristiana ne debba uscire rafforzata nella certezza di tutto ciò e quindi rinvigorita nella speranza. Il nostro tempo, il tempo che va dal giorno della risurrezione al giorno senza tramonto, è il tempo in cui siamo chiamati a coltivare il sogno, non vivendo sollevati un metro da terra, senza essere profondamente coinvolti negli eventi sia lieti che tristi, ma stando radicati dentro la storia, portando quel vento di speranza che permette di affrontare e di vivere il quotidiano con cuore sereno.
Comunità di speranza Ma chi sono gli uomini e le donne che appartengono a una comunità che ha fatto spazio alla speranza? Sono uomini e donne che sanno vedere la storia, che vi sanno cogliere i segni di morte di una vicenda di male e cattiveria che non viene mai meno, ma che vi sanno anche cogliere i segni di bene che attestano il compiersi di qualcosa di nuovo. Sono uomini e donne mossi da un profondo ottimismo che permette di sostenere il loro sforzo e la loro attività. Sono uomini e donne gioiosi, liberati dall’angoscia della morte, che sanno guardare con letizia e gioia alla vita e alla storia. La certezza di un Dio che in Gesù Cristo si è rivelato vicino all’uomo, di un Dio che si prende cura delle sue creature, di un Dio che provvede ad ogni cosa, ai fiori del campo, agli uccelli del cielo…, di un Dio che si è coinvolto fino alla condivisione di un destino amaro e tragico di una morte infamante… tutto ciò sostiene la gioia dei credenti, perchè Dio veramente è «la nostra forza e la nostra sicurezza». Sono uomini e donne che ogni giorno riprendono a lottare per compiere il sogno. La partecipazione all’Eucaristia come annuncio di un mondo nuovo coinvolge ed investe i credenti perchè si diano da fare nel realizzare questo sogno diventando protagonisti nella storia della salvezza. Lungi dal lasciarsi scoraggiare dagli episodi di male o dal ripiegarsi in se stessi perchè «tanto non cambia nulla», i credenti assumono il compito di vivere ben piantati e radicati per terra, senza cercare fughe o deleghe, hanno il coraggio di assumere in prima persona la responsabilità per qualcosa di nuovo senza aspettarlo dall’alto con le mani incrociate e senza attenderlo unicamente come frutto delle scelte dei grandi. Uomini e donne che rimangono fedeli al sogno… dovessero anche dare la vita e morire per il compimento di questa novità, ben sapendo che risorgeranno con il proprio sogno e che con Gesù vincitore ci saranno anche loro. Saranno loro, che oggi si conservano miti, poveri, puri di cuore, che domani giudicheranno la storia e avranno la possibilità di discernere ciò che è bene da ciò che è male, ciò che è autentico da ciò che non lo è. E non solo domani. Già da oggi i credenti, alla luce dell’Eucaristia, sono chiamati a interpretare la storia; dicono con forza ciò che è secondo verità e ciò che non lo è, ciò che avrà futuro e ciò che è destinato a perire, ciò che ha senso e ciò che non sa di niente. Ecco, ai credenti di oggi viene chiesto di prendere posizione, di schierarsi, di dire ciò che sono e ciò che sanno senza falsi pudori e false modestie. Il coraggio di parlare, per il credente, è un compito che nasce dal suo lasciarsi coinvolgere dalla certezza che il sogno si compirà. La speranza diventa profezia, annuncio e denuncia, comunque una «parola chiara».
Il sogno si compirà Per il compimento del sogno è troppo importante che ognuno percepisca il suo compito e la sua responsabilità. Non ci si può nascondere dietro logiche ricorrenti e modi di pensare diffusi. Occorre il coraggio di tenere sollevata la bandiera della speranza e di tenere desto il sogno. Occorre, nonostante tutto, avere il coraggio di dire: «si compirà». In un giorno che non conosciamo, ma pur sempre certo anche se non prevedibile. Si compirà perchè tutto sta camminando verso questo giorno, verso questa novità. Sta camminando anche se non ce ne accorgiamo, anche se facciamo fatica a delinearne i contorni, anche se ci sembra impossibile, anche se il dolore e la tragedia a volte ci colpiscono talmente da vicino da farci dubitare di tutto ciò… Si compirà… e si compirà anche attraverso di noi. Avremo il coraggio di vivere una attesa coraggiosa? Sarà tardi? No, sarà il tempo del Regno, il giorno senza tramonto, il giorno in cui si compirà definitivamente ciò che abbiamo atteso e costruito nella pazienza e nel coraggio, sarà il giorno che Dio ha pensato da sempre perchè fosse tempo di salvezza per ogni uomo. |